I SEGRETI DI S.PIETRO IN VINCOLI



In occasione dell'inaugurazione del nuovo impianto di illuminazione della tomba di Giulio II, ne ho approfittato per fare una puntata a San Pietro in Vincoli


Quando si mette piede nella Basilica Eudossiana, meglio conosciuta come San Pietro in Vincoli, ho sempre l'impressione di rimanere sospeso nel tempo. Forse sarà per quel grazioso ed elegante ingresso a portico che emana tanto sapore di Rinascimento o per il fascino di qualche scorcio della turrita Roma Medievale che si può gustare dai gradini d'ingresso alla chiesa. Oppure per lo spirito dei Borgia che ancora oggi sembra aleggiare sulle nostre teste mentre ci si avventura sotto l'oscuro arco in prossimità del palazzo tanto caro al feroce duca Valentino e all'altrettanto sanguinaria "dark lady" Lucrezia. 

Giulio II raffigurato da Michelangelo in posa da "triclinium" nel proprio monumento funebre. Soprannominato il "papa guerriero"per il suo ardore che lo portò più volte a combattere sui campi di battaglia alla testa dell'esercito pontificio, era anche un sensibile intenditore d'arte e, nonostante il burbero cipiglio, un "tombeur de femmes" di rinomata fama. Spese immani fortune per essere celebrato eternamente con una tomba monumentale di cui non vide la realizzazione e nella quale, suo magrado, non venne mai sepolto.

Lo stupefacente senso di estraneazione, tipico dei luoghi senza tempo, aumenta entrando nell'edificio di culto, specialmente quando si arriva a contatto con la tomba di Giulio II e col Mosè di Michelangelo. Di fronte a un capolavoro simile sembra come se si riuscisse ancora oggi a percepire le figure dei due protagonisti di questa storia: Papa Della Rovere e Buonarroti erano in possesso di due personalità non proprio semplici da gestire e spesso in conflitto tra di loro, eppure questo mix composto da grazia, spigolosa severità e genialità, ci ha lasciato alcuni tesori d'arte inestimabili quali il gruppo scultoreo presente in Basilica e naturalmente gli affreschi della volta nella Cappella Sistina in San Pietro.



La storia di questo monumento, tuttavia, è stata travagliata...anzi travagliatissima. Una lunghissima e polemica vicenda trascinatasi per circa quarant'anni che vide Michelangelo cambiare il progetto per almeno sei volte rispetto al monumentale disegno originale. Il narciso pontefice amante delle armi, della guerra, dell'arte e delle donne (morì di sifilide a settant'anni circa) non vi fu infatti mai sepolto proprio a causa della dilatazione dei tempi di realizzazione dell'opera. A tutt'oggi, quindi, il monumento funebre di San Pietro in Vincoli è vuoto. Il "divo" Giulio riposa infatti assieme allo zio Sisto IV sotto una poco appariscente lastra di marmo nel pavimento della Basilica Vaticana. Una sorta di feroce ironia della sorte per un pontefice che spese immani fortune al fine di celebrare eternamente il proprio ego...


Ma parlare di San Pietro in Vincoli, una delle più antiche Basiliche di Roma, non significa parlare soltanto di Michelangelo, del Mosè e di Giulio II. La chiesa racchiude altre particolarità magari meno conosciute ma molto molto interessanti per chi ama l'arte e la storia. Per ora le racchiudo in questa piccola gallery ma prometto, un giorno, di tornare più approfonditamente sull'argomento. Buona lettura!



Appena entrati in basilica, alla sinistra del portale di ingresso, in una piccola ed oscura nicchia, trovate questa immagine dipinta ad affresco. Si tratta di una raffigurazione di Cristo probabilmente risalente alla prima basilica edificata nel V secolo da Licinia Eudossia, figlia dell'imperatore Teodosio II nonchè moglie di Valentiniano III. Dal nome della nobildonna, l'edificio di culto è quindi conosciuto anche come Basilica Eudossiana. Nonostante le esigue dimensioni, si tratta di un frammento pittorico molto importante in quanto le raffigurazioni cristologiche giunte fino a noi dalle antiche basiliche paleocristiane non sono molto frequenti.


Vicino alla nicchia di cui abbiamo parlato, si trova questa tomba molto particolare, a forma di tempietto in cui spiccano le teste di due signori acconciati in maniera Rinascimentale, inserite in altrettanti tondi. Questi due signori sono in realtà due artisti dell'epoca molto importanti: il celeberrimo Antonio del Pollaiolo (a sinistra) e il fratello Piero.


Sulla navata sinistra della basilica si trova la tomba di Nicola Cusano, uno degli uomini più famosi del Quattrocento. Nato in Germania, fu un importante filosofo, teologo, giurista, umanista e matematico nonchè cardinale e rettore della Basilica. La tomba, scolpita da Andrea Bregno nel 1465 rappresenta Cusano (a sinistra) che venera San Pietro in trono (con le catene) alla cui destra si trova l'angelo liberatore. Sotto alla scultura, si trova lo stemma cardinalizio di Nicola Cusano nel quale è raffigurata un'aragosta.




Icona musiva di San Sebastiano, risalente al VII secolo. Sono ovviamente presenti i simboli del suo martirio: la colonna e le frecce. Tuttavia si tratta di una rara immagine del santo qui raffigurato barbato e in età adulta, probabilmente al tempo della sua morte. Tradizionalmente, il santo viene invece quasi sempre raffigurato glabro (senza barba) e in età giovanile.



Le possenti colonne doriche della navata centrale sono in marmo imezio (dal nome del Massiccio dell'Imetto in Attica) e quindi provengono con molta probabilità dalla Grecia. Vennero probabilmente prelevate dal non distante Portico di Livia, risalente alla fine del I secolo a.C.


Le catene con cui, si dice, venne imprigionato San Pietro, conservate in una teca nella cripta sotto al ciborio della Basilica. Tralascio, per esigenze di spazio, la storia del miracolo che le fuse tra di loro. Potrai leggerla qui

Infine sono presenti in basilica anche i dipinti della Liberazione di San Pietro del Domenichino e il Sant'Agostino del Guercino sui quali ci soffermeremo, magari, in un successivo post su San Pietro in Vincoli.

Il profilo medievale della Roma "turrita" al tramonto visto dal portico di San Pietro in Vincoli







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